Italiani in Italia: Gaia e Roma, la Città che crea dipendenza

Con grande piacere vi presento questo nuovo capitolo di ITALIANI IN ITALIA, la rubrica che ho pensato per raccontare di chi resta – a Roma o in Italia – nonostante la tentazione ormai sempre più pressante di andare a cercare altrove miglior fortuna.

      Ricomincio con lei, Gaia Biancucci: una mamma in fieri, ma prima ancora un’architetto che ha deciso di tramandare la professione del padre proprio qui a Roma, dove è cresciuta e dove è stata inevitabilmente educata al bello. Già, perchè crescere a Roma vuol dire abituarsi a dei canoni di bellezza straordinari, al palesarsi di maestose archeologie da scorci ritagliati negli intricati dedali di vicoli e scalette che danno forma ai rioni più antichi della città, in un ritmo galoppante che lascia senza fiato e dà dipendenza. Ecco quindi qui di seguito, per me, per lei e per voi lettori più affezionati, una bella intervista inedita.

D: Ciao Gaia, come stai? tra qualche giorno nascerà il tuo bambino e al mondo ci sarà una nuova mamma. Una mamma in gamba, che è anche un bravo architetto e che, già solo per il fatto di essere cresciuta a Roma, ha maturato quell’attitudine al superamento degli imprevisti che ti ha resa naturalmente multitasking, anche se ancora non lo sai. Io cerco di distrarti impegnandoti con questa intervista, ma non sarà sufficiente. Per ogni donna è diverso, tu cosa provi?

R: Ciao Nicoletta, intrattenermi oggi con te è una piacevole distrazione, prima di tutto ti ringrazio per l’incoraggiamento…in questo momento ne ho particolarmente bisogno!
Se mi fermo a pensare a cosa provo, posso affermare di essere impegnata anima e corpo nel mio progetto migliore: Giorgio, mio figlio. Ormai sto contando i giorni che mancano alla sua nascita, e non vedo l’ora di dare un volto a quel piccolo “calciatore” che da nove mesi mi accompagna.
Penso che la gravidanza sia un’esperienza unica, ricca di emozioni spesso contrastanti: paura, incertezza, gioia ed eccitazione . Ogni giorno è una scoperta, che mi sta cambiando profondamente da donna a mamma. Si, perchè credo che si diventi mamma già nell’attesa.
E’ un percorso impegnativo e non sempre facile, che mi occuperà per tutta la vita e che penso mi completi.

D: Risalendo all’origine della nostra amicizia vedo il Collegio Romano, il chiostro al suo interno, quel colonnato… Tanta bellezza ha influito nella scelta del tuo percorso di studi?

R: Quella del Collegio Romano per me è stata una breve parentesi, ho frequentato lì solo l’ultimo anno di liceo, che però ha influito molto nella scelta dei miei studi. Vivere tutti i giorni circondata dalla tanta bellezza è stato uno stimolo che ha accresciuto la mia passione di una vita per l’architettura.
Ho avuto la fortuna di essere educata al bello fin da bambina da mio padre, anche lui architetto, romano, monticiano, di quel rione Monti di cui oggi si sono un po’ perse le tracce. Ricordo ancora le domeniche trascorse insieme a spasso per la Città e visitare le sue meraviglie!

D: Gli studenti di giurisprudenza più combattivi sono spinti dal fuoco sacro della Giustizia, cosa sogna uno studente di architettura?

R: “ …Gli studenti di architettura sono spinti dal fuco sacro della Creazione…” come disse il mio professore di storia dell’architettura Mario Manieri Elia, che oggi non è più tra noi, il primo giorno di università.
Non ho mai dimenticato quelle parole, perchè rispetto ai sogni, di cui l’università è piena, il lavoro è fatto di sfide e di difficoltà, spesso di rinunce, ma mai di rimpianti. L’architetto ha il privilegio e il compito di creare, qualunque sia la tipologia di progetto a cui si dedichi.

D: Sei cresciuta professionalmente in grossi studi fino a sentirti in grado di andare da sola. Ci parli del tuo studio privato? Quali sono secondo te i pro e i contro delle due esperienze?

R: Ho iniziato a lavorare nel 2009, neolaureata, in un grande studio in cui ho conosciuto Chiara, dieci anni più di me, il mio riferimento, che in qualche anno è diventata una mia cara amica e la mia socia.
Abbiamo lavorato lì, occupandoci di grandi progetti e di urbanistica, fino al 2014, quando la crisi economica, o forse il destino, ci ha portato a fare una scelta temeraria, lasciare quella grande realtà e fondare Tangram arch lab.
Insieme nel nostro studio ci occupiamo di architettura, interior design, home staging, arredo e decor con passione e costanza nonostante le difficoltà, che non lo nascondo, sono veramente tante.
Alla luce della mia esperienza posso dirti che lavorare in un grande studio ti permette di affrontare progetti complessi, di imparare a gestire grandi moli di lavoro e di coordinare diverse risorse in pochissimo tempo. Finché le cose vanno bene (parliamo pur sempre di libera professione) ti consente di avere anche una certa sicurezza economica. D’altro canto però ti assorbe completamente, il tuo tempo non esiste più.
Lavorare in proprio sembrerebbe avere più contro che pro. L’incertezza economica, della clientela e del lavoro, spaventano e sono difficoltà tangibili. Tuttavia, dedicarsi a qualcosa di tuo vuol dire mettersi in gioco ogni giorno, nei successi e nei fallimenti, in altre parole essere artefici del proprio destino. Penso che questa libertà non abbia prezzo. Infine per una donna – mamma poter gestire il proprio tempo è un enorme vantaggio.

D: Roma, a differenza di Milano in primis e di altre città Europee, è concentrata necessariamente più sulla manutenzione del proprio patrimonio archeologico che sull’ammodernamento degli spazi comuni. Sbaglio?

R: Sicuramente a Roma il lavoro è concentrato sul recupero piuttosto che sulla nuova costruzione, e questo vuol dire lavorare a stretto contatto con la storia e con le sue tracce.
Credo che tanti spazi comuni della nostra città interagiscano con il patrimonio archeologico; mi piacerebbe che l’ammodernamento degli uni non escluda il recupero dell’altro. Spesso purtroppo non è così, anzi posso dire, con rammarico, che ultimamente Roma soffre di abbandono da parte delle amministrazioni e dei cittadini.

D: Hai mai pensato di andare all’estero per trovare miglior fortuna?

R: Troppe volte nella mia testa fa capolino l’idea di scappare dall’Italia per trovare miglior fortuna!
Poi però mi fermo a pensare a quello che ho qui, nel mio paese e nella mia città: la mia famiglia, gli amici; una rete di affetti così fitta che per me sarebbe impensabile vivere altrove…questa è per me la più grande fortuna!

D: salutiamoci con un sogno: cosa offrirai alla nostra città quando sarai un’ archi-star?

R: Ho messo da parte il sogno studentesco di diventare archistar… menomale… già da un pò.
Ma se proprio vogliamo parlare di sogni nel cassetto, mi piacerebbe riconsegnare ai romani i luoghi della loro Città, nel centro come nelle periferie: recuperare le piazze, i vicoli, i parchi, tutti quegli spazi che secondo me sono fortemente identitari.

Grazie per la gradevole pausa che mi hai concesso con le tue domande.

Grazie a te Gaia, per la tua disponibilità innanzi tutto e per essere sempre agli occhi di chi ti conosce, esempio di come si possa ogni giorno combattere senza perdere la propria femminilità, con dolcezza, buone maniere e sorrisi, persino in una città come Roma Jungle.

roma

E grazie a voi che avete dedicato qualche minuto della vostra giornata alla lettura di questa intervista, che non ha l’intenzione di promuovere una persona – che di mie sponsorizzazioni non ha certo bisogno – ma che più che altro ha l’intento di accendere l’idea in noi che nonostante tutto, con impegno, voglia di fare e un po’ di ottimismo in più si può ancora intraprendere un percorso professionale soddisfacente qui in Italia, senza essere costretti a rinunciare alle persone care e ai nostri luoghi di appartenenza, che non hanno eguali nel mondo.  Coraggio Gente!

Alla prossima.

Nicoletta

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11 thoughts on “Italiani in Italia: Gaia e Roma, la Città che crea dipendenza

  1. Artefici del proprio destino….. parole bellissime e condivisibili. Occorrerebbe farle nostre piu’ spesso e crederci davvero. Roma….che dire…per un architetto….e’ il passato..il presente…il futuro…..e’ Eterna…e poter lasciare una propria traccia di se….. sia essa un restauro o una nuova costruzione….un privilegio….

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